CASA NATALE
CASA NATALE DI PADRE PIO E CUCINA
Luogo pregno di antiche memorie, il borgo medioevale di Pietrelcina racchiude nel suo dedalo di viuzze, in Vico Storto valle, le mura dell’abitazione ove alle ore cinque pomeridiane del 25 maggio 1887 venne alla luce il piccolo Francesco Forgione, figlio di Grazio e Maria Giuseppa de Nunzio.
Quando si parla di abitazione generalmente si allude ad un unico edificio, ma in un luogo tradizionalmente chiuso, come il borgo medioevale di Pietrelcina, la casa paterna di Padre Pio era dislocata in vari punti del Vico Storto Valle.
La stanza ove nacque Padre Pio era la camera da letto dei genitori, che oggi reca il numero civico 32. Dal momento che attualmente ben poco è rimasto del mobilio, per avere la reale idea di com’era al tempo di Padre Pio, seguiamo una descrizione del 1924:
“… A destra di chi entra, dopo aver superato quattro scalini, (si notano) un tavolino da notte e un letto a due piazze, sostenuto da correnti e da piedi di ferro. Di faccia alla finestra a quattro vetri: di qua un lavamani molto usato ed un antico cassone, di là un tavolo quadro coperto da un tappeto stinto, su cui si accatastano numerosi libri… e trova anche posto, entro una modesta cornice, una fotografia di lui (Padre Pio), inviata alla madre da una signora sangiovannese. A sinistra dell’ingresso un altro cassone che, con due seggiole, completa l’ammobiliamento della camera, dall’impianto a mattoni e dal soffitto a graticciata. Nella parete, a capo del letto, quattro litografie di madonne e santi e due crocifissi”. (Cavaciocchi G., Padre Pio da Pietrelcina, Roma 1924, pag. 63)
Sottostante il pavimento di tale stanza, comunicante con una botola lignea, vi è un locale che veniva adibito a stalla e magazzino, dove trovava posto l’asino con il quale Grazio, il papà di Padre Pio, si recava in campagna a Piana Romana, percorrendo la vecchia strada del “Rosario”.
La cucina presenta un’entrata autonoma che dà direttamente sulla strada. In tale vano (numero civico 28) e in quello retrostante, usato in un primo momento come camera da letto dei piccoli della famiglia Forgione e adibito in un secondo momento a sala da pranzo, si consumava un po’ tutta la vita domestica del piccolo Francesco.
In questa stanzetta la madre di Padre Pio, mamma Peppa, sorprendeva spesso il figlio che dormiva per terra, usando una rozza e dura pietra per guanciale, così anche in altre occasioni in cui il figlio si flagellava la nuda carne con una catenella di ferro.
Alla madre, sconvolta da tale brutale visione, rispondeva con estrema e convinta naturalezza: “Mi devo battere come i Giudei hanno battuto Gesù e gli hanno fatto uscire il sangue sulla spalle”.
Penitenze corporali davvero notevoli che Padre Pio inflisse al suo fisico già macilento nel periodo che trascorse a Pietrelcina, dopo il noviziato di Morcone e la breve permanenza per motivi di studio in altri conventi.
Il focolare, a sinistra di chi entra, riuniva tutta la famiglia nelle lunghe serate invernali, quando al calore del “ciocco” si discorreva degli affanni dei lavori campestri e si recitava il rosario. Sono ancora presenti, appesi alle pareti e in piccole nicchie, gli utensili dell’epoca, fra cui alcuni recipienti in terracotta (“quartare”), pentole e un lume a petrolio.
PRESEPE NAPOLETANO
Da segnalare , in pianta stabile, sempre in Vico Storto Valle, di fronte alla casa natale di Padre Pio, un presepe napoletano di una fattura straordinaria per la bellezza dei suoi particolari e di enorme effetto scenico per la sua grandezza, dato che occupa addirittura due stanze. E’ stato realizzato per interessamento della Provincia Monastica di Foggia. Un’ “opera d’arte napoletana” che bisogna assolutamente visitare ed ammirare.