CHIESA MADRE
CHIESA DI MARIA SS. DELLA LIBERA
Attuale chiesa madre di Pietrelcina, è situata nei pressi della piazza SSma Annunziata. Non si serba memoria della sua fondazione, ma si ritiene che sia nata come cappella intitolata a S. Anna, fuori dell’antico “castrum Petrae Pulcinae”, intorno al XIV° secolo.
Nel ’700, alle spalle della suddetta chiesa, esisteva un “cimitero” che per le esigue dimensioni si ritiene che dovesse essere un ossario.
Sino al 1843 l’attuale chiesa madre non era parrocchiale e si chiamava della SSma Annunziata, mentre la vetusta chiesa sita alla “zona Castiello” si appellava S. Maria degli Angioli ed era chiesa parrocchiale.
Nel 1884, essendo la chiesa divenuta fatiscente ed insufficiente per una popolazione che era aumentata (circa 3600 anime), si iniziarono i lavori di ampliamento da parte dell’arciprete De Tommasi. Don Salvatore Pannullo portò a termine la pavimentazione e la navata centrale, mentre le navate laterali furono ultimate dai due economo-curati Nicola Caruso e Francesco Masone. Ad opera del ramaio pietrelcinese Abele Mandato fu forgiato un maestoso gallo, il quale venne issato sul campanile e posto con la testa rivolta ad Oriente, in simbolica annunciazione della nascita del sole e fine delle tenebre. Era l’anno 1892.
Nel 1905 si diede inizio ai lavori degli stucchi interni. Nel 1906, dovendosi ultimare i lavori della navata centrale, le sacre funzioni si svolgevano nella chiesa di S. Anna, al rione “Castiello”.
L’anno successivo la chiesa di S. Maria degli Angeli venne aperta al culto con la festa della prima domenica di agosto, divenendo in tale occasione sede parrocchiale “de facto”.
Il sisma del 1962 procurò delle lesioni e non si provvide a rinforzarne la struttura. Cosicchè, arrecando gravi danni il terremoto del 23 novembre 1980, la chiesa fu chiusa al culto il 13 dicembre dello stesso anno e riaperta dopo sette anni.
A croce greca e a tre navate, protetta dal campanile con orologio, presenta internamente, per il gioco di stucchi ed affreschi, un incantevole colpo d’occhio.
Nella chiesa si conserva la statua lignea policroma di scuola napoletana di fine ’600 della Madonna della Libera, patrona di Pietrelcina. Il simulacro di pregevole fattura, a seguito di un recente restauro, attualmente appare in tutto il suo splendore. Il 17 luglio 1966 ebbe dal Capitolo Vaticano il diadema d’oro e la sera del successivo 6 agosto avvenne la solenne incoronazione alla presenza del Vescovo di Benevento, mons. Calabria.
La devozione del Pietrelcinese per la Madonna della Libera è a dir poco commovente ed affonda le radici nel passato remoto.
Anche lontano dal proprio paese il Pietrelcinese esprime il suo amore filiale nei confronti della Madonna, tanto che a New York la comunità pietrelcinese festeggia ugualmente la solennità della festa patronale che cade la prima domenica d’agosto. La “Madunnella nostra” soleva chiamarla Padre Pio e basta questa espressione a spiegare tutto.
Si era cresciuto ai piedi della “Madunnella” e aveva provato gioie grandissime quando, da giovane sacerdote, L’“incontrava” in chiesa. Padre Pio descriverà le intense emozioni nelle lettere ai suoi direttori spirituali.
In questa chiesa, la domenica del 14 agosto 1910, Padre Pio celebrò la sua prima messa e tutte le altre “lunghe messe” del periodo di permanenza per motivi di salute nella Sua Pietrelcina e qui ebbe molte estasi che lo videro spesso privo di sensi ai piedi dell’altare maggiore e della statua della Madonna della Libera.
Inoltre, si faceva chiudere spesso in chiesa dal sagrestano Michele Pilla per avere più intimità e tempo da trascorrere in dolci colloqui con il Divino.
Il rapporto con Gesù era semplicemente stupendo, arrivando al fenomeno mistico della “fusione dei cuori”.
Sull’altare, durante la celebrazione della messa, Padre Pio avverte intense emozioni che lo coinvolgono e lo trascinano verso il sublime, non riuscendo nemmeno a darsi una plausibile motivazione:
“… I battiti del cuore, allorchè mi trovo con Gesù Sacramentato, sono molto forti. Sembrami alle volte che voglia proprio uscirsene dal petto. All’altare alle volte mi sento talmente un accendimento per tutta la persona, che non posso descriverglielo. Il viso massimamente mi sembra che voglia andare tutto in fuoco. Che segni sono questi, padre mio, lo ignoro…”. (Epist. I, lett. 44 – Pietrelcina 8 settembre 1911)
Nella stessa chiesa, inoltre, Padre Pio giovane sacerdote amministrò il suo primo battezzo ad un infante che diventerà Redentorista, il compianto padre Ermelindo Masone.